Felice come me, non c’è nessuno!

Quando la felicità è l’aver come unico tesoro, il proprio buon cuore.

Oggi voglio parlarvi della fiaba dei Grimm “La fortuna di Gianni”  che ci racconta di Gianni, un ragazzo umile, che decide di tornare a casa dopo sette anni di lavoro di un padrone. Questo padrone per mostrargli riconoscenza, gli affida un carico d’oro importante che Gianni perderà in cambio di un cavallo. Seguiranno continui scambi finché lo stesso Gianni si ritroverà senza più nulla della sua iniziale fortuna.

Eppure sul finale egli esclamerà:

-Felice come me- esclamò -non c’è davvero nessuno su questa terra!-

A cuor leggero, e libero da ogni peso, corse via finchè‚ arrivò a casa da sua madre.

George Hinke (1883-1953)

La fiaba mette in guardia dai baratti sfavorevoli e dai furbi che possiamo incontrare lungo la nostra strada, ma può anche offrire lo spunto di ulteriori significati. Per Gianni la felicità risiede nell’esser libero da pesi e impicci. Difficile definirne, al fine, il vero riscatto se non la povertà d’animo che si esprime nella necessità non tanto di capire, quanto dall’esser libero dall’ambizione di avere, dal possesso, che mai lo vince.

Gianni infatti desidera sempre il meglio per sé e si fida di chi attorno a lui si offre di aiutarlo, approfittando della sua buona fede. Eppure egli alla fine si sente finalmente libero senza più nulla, libero e felice di poter comunque tornare a casa dalla sua mamma.

Che sia forse questa la felicità? Non la furbizia, non l’avere, ma il godere di una casa a cui tornare?

Di nuovo la fiaba si slega da un insegnamento moralistico lasciando una domanda attraverso il paradosso dell’esperienza di quest’uomo, che nel voler il meglio per sé si ritrova ad abbandonare il grande tesoro che aveva ricevuto. Quel tesoro che per lui era un peso da dover portare, il suo desiderio infatti era quello di tornare a casa perché aveva finito il tirocinio e desiderava il suo compenso. La gratitudine del padrone è stata maggiore di quanto egli si aspettasse.

Egli si ritrova con fortune di cui gode solo per un tempo molto breve, in quanto non riesce a paragonare un valore “nel lungo termine”, ma forse proprio questo lo ha salvato.

Se ci pensate, intraprender un viaggio con un carico d’oro su una spalla avvolto in un fazzoletto espone a un grande pericolo, pericolo che Gianni ha allontanato subito da sé! Sul finale giunge a casa sano e salvo senza nulla, se non se stesso e la leggerezza del suo cuore, che con un ultima corsa esprime tutta la felicità di tornare da sua madre.

Allora con questa promessa, nello slancio verso un abbraccio sicuro possiamo anche noi dire che

Felice come me- esclamò -non c’è davvero nessuno su questa terra!