Siamo giunti quasi alla fine della fiaba di Andersen “La regina della neve” che ci ha accompagnato in queste settimane, la piccola Gerda sembra sempre più vicina a ritrovare l’amico Kay, ma prima di poter affrontare la terribile regina delle nevi deve scoprire come può sconfiggerla.

Incontra la donna di Lapponia che la invia direttamente nella casa della sua amica, la donna di Finlandia, e grazie a quest’ultima Gerda scoprirà che cosa realmente ha portato via l’amico: i frammenti dello specchio.
In questo momento della narrazione possiamo fermarci e accorgerci Gerda ha sempre ignorato il motivo per cui l’amico ha vissuto un cambiamento così drastico e sia diventato crudele nei suoi confronti, mentre noi ne siamo sempre stati a conoscenza.
Prima di questo istante lei non sapeva che Kay fosse in ostaggio di un maleficio, eppure ha continuato ad amarlo nonostante la sua trasformazione e il suo allontanarsi dalla loro amicizia. Questa è forse la prima cosa di cui dobbiamo stupirci: la forza di questa bambina è stata la capacità ovvero la scelta, di continuare ad amare l’amico nonostante egli abbia ceduto a un cambiamento ostile nei confronti del loro rapporto.
Questa è la prima grande speranza che Gerda ci regala: possiamo essere amati anche se il nostro cuore diviene freddo come il ghiaccio, anche se cadiamo nella tentazione di scegliere il male.
La renna non si convince, non guarda alla storia nella sua interezza e chiede la forza sovraumana per sconfiggere il male, chiede un superpotere. La donna di Finlandia la interroga “A cosa servirebbe?” e interroga anche noi. Ella ci porta a guardare a ciò che è accaduto, insiste nell’osservare che la bambina non ha bisogno della forza di 12 guerrieri, perché la potenza che le serve è già nel suo cuore.
Ciò che è accaduto alla bambina, il viaggio in cui l’abbiamo accompagnata ci racconta, ci testimonia la sua forza. La bellezza di Andersen è di saper usare la fiaba come fiaba, ovvero la potenza di una storia, di una narrazione e la sua capacità di farci vivere un’idea, un’affermazione, prima ancora di poterla cogliere in tutta la sua potenzialità. Perché comprendessimo la forza della bontà c’è voluta una storia, niente è per noi ora più valido e intenso di fronte alle parole della donna della Finlandia che ci portano a rispondere “è vero!”.

Dopo ciò che è accaduto non possiamo che stare anche noi di fronte alla realtà e alla verità di quello che questa donna o maga sta dicendo: Gerda ha già una sua forza, è già ben equipaggiata e noi l’abbiamo vista. Ha il suo cuore.
Allora non serve altro, non ci serve altro.