Gerda lascia così il palazzo del principe e della principessa e continua il suo viaggio. Attraversando un bosco nero incontra i briganti che uccidono ogni persona che l’accompagna, tranne lei. La madre capo dei briganti voleva uccidere anche la bambina, voleva divorarla, ma la figlia la ferma. La piccola brigantessa vuole Gerda con sé, sente di aver trovato un’amica. Le mostra il covo dei briganti e tutti gli animali che tiene prigionieri, ella conosce l’amore solo come violenza e possesso, tanto che adora far paura e generare timore negli animali suoi prigionieri. Ella spiega a Gerda come restare in vita in quel luogo pieno di violenza, non vuole che nessuno si avvicini alla sua nuova amica, ammettendo che semmai qualcuno dovesse tentare di ucciderla quella persona deve essere solo lei stessa. Gerda le racconta la sua storia, del viaggio, di kay, della regina delle nevi e, Andersen ci racconta, la brigantessa “si fa seria seria”, non ci parla di un’emozione, non ci racconta lo stato d’animo che pervade il corpo e l’anima della brigantessa, ma ci descrive il suo cambiamento.

In quell’attimo sparisce la violenza, sparisce il desiderio di creare paura attorno a sé e si fa largo in questa piccola creatura la serietà ,il fermarsi, il guardare, l’ascoltare perché si è resa conto che qualcosa di vero e bello sta accadendo davanti a lei. Gerda sta rischiando la sua vita per salvare un amico. La bambina che lei vuole con come amica e come compagnia in quell’antro di violenza, sta rischiando la vita per un amico. Vorrebbe lei essere amata così. Eppure “si fa seria seria”. Questo fermarsi avviene perché ha davanti la possibilità di amare davvero quell’amica lasciandola andare.
Infatti a un certo punto proferisce dicendo “allora farò io qualcosa per te..” come a voler dire “visto che tu stai facendo tanto per Kay, voglio farti vedere che anch’io ti voglio bene e che c’è qualcuno che vuol bene a te, che fa qualcosa per te”. Si fa portatrice di un messaggio, di un gesto, di un amore grandissimo per Gerda in quell’istante lì .
Per far questo la brigantessa rinuncia alla renna, rinuncia al gusto che il potere su quell’animale le dava.
“Io avrei una voglia matta di farti il solletico tante altre volte ancora con il mio coltello a figura tanto divertente . Ma non importa scioglierò la tua corda..”
Gerda piange di gioia e allunga le mani come ad abbracciarla mentre la renna comincia la sua corsa verso la Lapponia.
Ho scelto di guardare questo capitolo da solo perché segna un punto di svolta molto importante in questa storia. Gerda racconta a tutti la sua storia come se dentro il suo cuore ci fosse la speranza che davvero qualcuno la possa guardare, aiutare nella missione che sta cercando di portare a termine. Una missione per la quale si sente piccola, indifesa, incapace e chiedere sembra essere l’unica modalità vera di fronte a un viaggio più grande di lei. Fino ad ora la vecchia con i fiori ha approfittato della storia della bambina per tenerla con sé mentre la cornacchia e il principe e la principessa hanno cercato di aiutarla come potevano.
Ma è con la brigantessa che vediamo come il racconto e la richiesta di questa bambina vanno operare un cambiamento, una trasformazione che è un piccolo passo nel vedere che esiste un amore più grande della violenza e del potere. E che lei, la brigantessa, può esserne parte fondamentale cominciando in quell’istante, nel poco che le è chiesto, ad amare.
