Amore e Libertà: ciò che accadde nel castello della Regina

Siamo arrivati a quest’ultima puntata della storia. Gerda è riuscita ad entrare nel castello. Di fronte all’esercito di ghiaccio della regina la bambina ha chiesto aiuto, come ha sempre fatto in tutto il viaggio. Di nuovo la sua forza sta nel chiedere, con una preghiera che qualcuno l’aiuti nel compito che le è affidato. E così accade. Un esercito di angeli scende dal cielo e combatte, portandola dinanzi all’ingresso della reggia. Kay è per terra col cuore di ghiaccio che tenta di riprodurre una parola con la quale potrà avere la libertà. La parola eternità. Gerda corre dal bambino, l’abbraccia e mentre le sue lacrime cadono sul cuore dell’amico canta un salmo che parla di Rose e del bambin Gesù. L’amico ricorda e scioglie con l’acqua delle lacrime l’incantesimo, lavando e riscaldando un cuore che pareva gelato dal male e facendo cadere il frammento di specchio incastonato nell’occhio. Il ghiaccio si scioglie a vedere un amore così grande di un’amica che rischia tutto per la persona cui vuol bene e le lettere sul pavimento danzano per poi ritrovarsi a comporre quella parola: eternità.

illustrazione di Christian Birmingham

L’eternità che è dono, che è amore eterno, riconosciuto dalle lacrime del piccolo Kay. Non sono i bambini a comporre la parola, ma essa da sé appare, come se perfino quel luogo di morte riconoscesse l’amore che sta accadendo in quell’istante e come fosse un dono, compone egli stesso la loro libertà. Kay non è più schiavo dello specchio, ma padrone di sé e di vedere e scegliere il bene. Non c’è libertà più grande e vera.

illustrazione di Giovanni Panzavolta

E nel caso non l’avessimo capito di per noi, ci pensa la brigantessa a riportarci al miracolo della storia

“Vorrei sapere se lo meriti, che uno corra fino alla fine del mondo per te!” un’affermazione che ci riporta al senso del viaggio che abbiamo vissuto e che ci guida nel riscoprire che in fondo, Gerda e Kay sono già cresciuti, sono adulti, ma nel cuore, quell’amore li rende bambini.