Una volpe nel presepe

Nella cornice della Notte di Natale, incontriamo tre bambini accompagnati in chiesa per poter donare a Gesù bambino uno dei loro giocattoli. La narratrice ripercorre i piccoli passi di quella notte, guardando con tenerezza la difficoltà dei bambini nel “lasciare andare” ciò che a loro appartiene.

La fiaba di oggi è inclusa all’interno di questa vicenda e nasce dalla constatazione che nella capanna dove è nato il bambino non si trovano animali selvatici.

Finchè in questa fiaba natalizia di P.L.Travers (la scrittrice della famosa “Mary Poppins) non fa capolino una volpe. Ogni abitante della fattoria la disdegna e decanta il proprio dono, intimandole di allontanarsi dal bambino, perchè giudicata un pericolo.

Ma Reynard, questo il suo nome, desidera anche lei fare un dono al bambino ed è Gesù stesso che la chiama, chiedendo la sua compagnia.

In questa fiaba di Natale si percorre l’amicizia tra la Volpe e il piccolo Gesù, uniti dalla solitudine del destino di entrambi, quella solitudine piena della coscienza della propria vocazione (o chiamata), la stessa solitudine che ognuno di noi vive nel rapporto speciale e preferenziale con il bambino alla mangiatoia.

Eppure questa stessa solitudine, questo abbraccio tra la volpe e il bambino, unisce in quella capanna animali fino ad allora ostili tra loro, senza pretendere che tutti capiscano, ma lasciando ad ognuno la libertà di parteciparvi. “Non è necessario che capiate. è necessario soltanto accettare. Accettare e amare.”

Che Mistero grande porta questo bambino nel mondo, un Mistero fatto di solitudine e di amore, eppure così vero che tutti possono partecipare a questa “umile gioia”.

Non aggiungo altro, perchè ognuno di voi possa leggere questa fiaba e gustarne tutti i significati che attraverso essa giungono nel nostro cuore. Di seguito vi ho trascritto alcuni estratti di questo racconto che trovate col titolo “La volpe alla mangiatoia” edito Sellerio Editore Palermo.