Enrichetto dal ciuffo, Perrault

La fiaba di “Enrichetto dal ciuffo”, conosciuta anche come “Righetto dal ciuffo” racconta di un principe molto brutto, quanto ricco di spirito e intelligenza cui la fata madrina ha fatto dono di poter rendere intelligente la sposa che sceglierà. Nel medesimo periodo in un altro regno nasce una principessa tanto bella quanto sciocca, cui la stessa fata fa dono, a sua insaputa, di poter rendere bellissimo lo sposo che sceglierà.
I due si incontrano nel bosco, dove lei cerca rifugio e respiro perché colma di tristezza per la propria stupidità. Qui Enrichetto le proporrà di sposarlo l’anno successivo, in cambio del dono della sua intelligenza e la sciocca principessa accetta. Tornata a palazzo la giovine gode della compagnia della corte, che vedendola così assennata, prende a interessarsi dei suoi pensieri e delle sue parole. Tornano i principi che erano fuggiti scandalizzati dalla sua stupidità e la chiedono in sposa. Ella però oramai comprende e ragiona, di conseguenza medita di fronte a queste proposte di matrimonio. Passa un anno ed ella decide di ritirarsi nel bosco per pensare alla sua decisione rispetto ad un ultima proposta di unione, ad opera di un principe molto intelligente e buono. Nel bosco fervono i preparativi per il matrimonio di Enrichetto dal ciuffo e proprio allora ella ricorda la promessa fatta l’anno prima!

Voi cosa avreste fatto al posto della principessa? Ella non voleva certo sposare il brutto Enrichetto!
Giunge il principe Enrichetto, allor che ella cerca di fuggire dal matrimonio imminente avanzando ragioni che possano giustificare il suo diniego.
Comincia così un dialogo tra i due, in cui il principe da credito alle obiezioni della principessa chiedendo ulteriori chiarimenti.
“Se vi premeva tanto di sposarmi, avete avuto un gran torto a togliermi dalla mia stupidaggine, e a farmi aprire gli occhi, perché ci vedessi meglio d’una volta.” “Se un uomo senza spirito”, rispose Enrichetto dal ciuffo, “sarebbe ben accolto, stando a quello che dite, quando venisse a rinfacciarvi la parola mancata, o perché volete che io non debba valermi degli stessi mezzi, per una cosa nella quale è riposta la felicità di tutta la mia vita? Vi pare egli ragionevole che le persone di spirito debbano trovarsi in peggiore condizione di quelle che non ne hanno? E potete pretenderlo voi? voi che ne avete tanto e che avete tanto desiderato di averne? Ma veniamo al sodo, se vi contentate. All’infuori della mia bruttezza, c’è forse in me qualche cosa che vi dispiaccia?
“Tutt’altro”, rispose la Principessa, “anzi, tutte le cose che avete nominate, sono appunto quelle che mi piacciono in voi.”
“Quand’è così”, rispose Enrichetto dal ciuffo, “sono felice, perché non sta che a voi a fare di me il più bello e il più grazioso degli uomini.” “Ma come può accader questo?”, chiese la Principessa. “Il come è facile”, rispose Enrichetto dal ciuffo. “Basta che voi mi amiate tanto, da desiderare che ciò accada: e perché, o signora, non vi nasca dubbio su quello che dico, sappiate che la medesima fata, che nel giorno della mia nascita mi fece il dono di rendere spiritosa la persona che più mi fosse piaciuta, diede a voi pure quello di far diventare bello colui che amerete, e al quale vorrete far di genio e volentieri questo favore.” “Se la cosa sta come la raccontate”, disse la Principessa, “vi desidero con tutto il cuore che diventiate il Principe più simpatico e più bello del mondo, e per quanto è da me, ve ne faccio pienissimo dono.” La Principessa aveva appena finito di dire queste parole, che subito Enrichetto dal ciuffo apparve ai suoi occhi il più bell’uomo della terra, e il meglio formato, e il più amabile di quanti se ne fossero mai veduti.“

Non cerchiamo la morale dell’amore cieco perché qui non ve ne è posto. Enrichetto prende sul serio tutto il desiderio della principessa, senza paura né vergogna di questo. Dialoga con lei senza rimangiare la promessa fatta, ma esaltando ancora di più il dono dell’intelligenza che le ha fatto. La principessa da parte sua ascolta il ragazzo e ne comprende ancora di più il valore e nel vedere la sua libertà così esaltata, lascia spazio all’amore che prende corpo dentro di lei. Dona anche lei al suo amato la cosa più bella che ha, riconoscendo in lui tutto quello che cerca dalla compagnia di un uomo.
L’amore del giovane per la ragazza non si sconvolge della di lei debolezza. E in questo lei risponde ridonandogli tutto l’amore.
Perrault in seguito a questo finale commenta dicendo che l’amore ha il pregio di rendere sempre più bello ai propri occhi l’oggetto del proprio amore, ma requisito indispensabile di questo è l’amare vero. Perché l’amante che ricerca sempre l’amore vero verso l’amato, non fa che accrescere l’amore stesso nel suo cuore e allo stesso tempo fa maturare il seme del cambiamento che sempre fa crescere il cuore e lo spirito.
L’amore vero (che ama nell’altro la verità) ha questo grande potere , far maturare l’uno nell’altro l’aspetto migliore che l’amato possiede.
Voi cosa avreste fatto al posto della principessa? E al posto di Enrichetto?
Se ci pensate questo finale non appare più così scontato.
Di seguito un file per raccontare la storia!