Tre Desideri per la felicità: ma tu sai cosa desideri?

“Desideri Ridicoli” di Charles Perrault

“Cerca quello che ti può rendere felice, cerca quello che ti può dar soddisfazione e, poichè la tua fortuna dipende dalle tue richieste, pensaci bene prima di pronunciarle.”

Vedi un pò tu cosa può renderti felice, vedi cosa ti potrebbe soddisfare; ma poichè la tua felicità dipende dai tuoi stessi desideri, pensaci bene prima di parlare”

La fiaba racconta di un boscaiolo che si lamenta della cattiva sorte toccatagli e dell’assoluta indifferenza che gli dei hanno nei suoi confronti. Le lamentele catturano l’attenzione del Dio Zeus, che scende dall’Olimpo a offrire la possibilità di realizzare tre desideri. L’ammonimento è chiaro, da ciò che desideri dipende il tuo destino.
Nel gioire dell’inattesa e occasione, moglie e marito festeggiano con un bicchiere di vino, pensando a cosa poter chiedere. Il marito si lascia sfuggire il desiderio di una salsiccia (o una focaccia? Ho trovato diverse versioni di questo primo desiderio a seconda dell’edizione) e con il secondo desiderio la focaccia (o la salsiccia?) finisce attaccata al naso della moglie per dispetto. 

Alla fine il boscaiolo pensa di usare l’ultimo desiderio per diventare re, ma ciò comporterebbe alla moglie la sofferenza di essere una regina con attaccata al naso una focaccia (o cosa assai più grave, una salsiccia) per l’eternità. Egli confida la cosa alla moglie, la quale ammette che si sentirebbe alquanto in difficoltà. La questione si risolve col marito che rinuncia con semplicità ad esser re per liberare la moglie dalla focaccia.
Se dai desideri dipende il nostro destino, questo boscaiolo ha davvero scelto male come approfittare dell’occasione che gli era stata offerta, offrendo come morale che agli stolti non resta che il rammarico di non saper usare nemmeno i doni che gli sono stati offerti.

La fiaba parla di desideri e scelte, pensieri e viaggi intrapresi dove tutto è possibile ma anche ordinariamente fatale. La fiaba parla AI desideri, perché vuole parlare a noi, vuole risvegliare la parte più profonda di noi, perché si sa, per partire per una viaggio, per lasciare alle spalle ciò che si ha e imbracciare il proprio zaino, occorre almeno un desiderio. Uno slancio semplice verso qualcosa che possa cambiare, una nuova speranza. È da quel desiderio riparte tutto, poi anche i desideri sono in viaggio e possono cambiare, ne scopriamo di nuovi e approfondiamo quello che già avevamo, crescendo…
Perchè insistere sui desideri?

A legger bene la fiaba, le lamentele del boscaiolo giungono a scomodare Zeus, Dio dell’Olimpo, il quale offre una soluzione che toglie ogni responsabilità al Dio del tuono della felicità dell’uomo. Il boscaiolo da parte sua non ha chiaro quello che desidera nel cuore, confuso e troppo preso dal lamentarsi per guardare a sè e a ciò che ha o non ha. Ma al momento di scegliere se diventare re e far soffrire la moglie o liberare la stessa da una situazione difficile, non ha difficoltà a scegliere. Non c’è abbandono, non c’è egoismo nel cuore di quest’uomo, ma la semplicità di ammettere un proprio errore e la consolazione di amare la moglie più di un possibile trono e una vita di agi.

é davvero una sconfitta questa? lascio a voi la scelta.

Forse lo stratagemma di Zeus è stato utile a una cosa: chiarire al boscaiolo cosa davvero desidera. E in base a questo, lui ha fatto la sua scelta.

Tra desideri e scelte è difficile muoversi per concetti e giudizi, affrettati il più delle volte. Scegliere e andare non sempre è possibile con la chiarezza e la certezza di ciò che si desidera, ma occorre iniziare a camminare per vedere, nel mentre che si vive la vita, cosa davvero desideriamo nel nostro cuore. La speranza nel partire per il viaggio è che la nostra salvezza dipende dallo sguardo di Qualcuno che per nostra fortuna, non guarda tanto alle nostre scelte, ma a quello che c’è nel nostro cuore.

Per quante scelte sbagliate ci siano, un cuore buono che cerca di comprendere i propri desideri e ama, prima o poi giunge al proprio buon destino, ma questa, è un’altra fiaba.