Nessun posto è come casa mia

Tra mille quarantene e chiusure, la casa è ormai diventata un luogo tutt’altro che positivo, assomiglia sempre più a una grigia prigione nella quale nulla di nuovo accade. Sarebbe bello poter andare “lassù in un posto che è oltre l’arcobaleno” come cantava Judy Garland. Torniamo al “Il mago di Oz” poi prometto che dal prossimo articolo vario un pò..!

«Io voglio tornare dai miei zii perché sono sicura che stanno in pena per me. Potete aiutarmi a trovare la strada?»

Nessun altro mondo, nessun altrove, per quanto colorato e brillante sia, sarà mai vero e caldo come il grigio Kansas della zia Emma. Nelle prime pagine del romanzo di Baum troviamo la descrizione del Kansas, paese che nel suo grigione non affascinerebbe nessuno. La presenza di Totò è l’unica vivacità concessa, oltre alla piccola Dorothy. Eppure il colore e la bellezza del mondo di Oz non bastano a distogliere la piccola Dorothy che non vacilla: voglio tornare a casa.

«Non capisco proprio perché tu desideri lasciare questi bei luoghi e voglia tornare in quel paese squallido e grigio che tu chiami Kansas»

«Perché non hai il cervello» rispose la ragazzina. «Noi gente di carne e ossa preferiamo vivere nelle nostre case, anche se grigie e malinconiche, piuttosto che in qualunque altro paese, fosse anche il più bello del mondo. Non c’è nulla di così bello come la propria casa.»

E da qui si potrebbe cominciare una digressione, anche ampia, su come la cura e la percezione della propria casa, sia in continuo dialogo con la dedizione e la formazione della nostra identità. Per ognuno di noi ricostruire o ritrovare la propria casa è un po’ come ritrovare se stesso. Ma non voglio intraprendere questa strada, perché Dorothy ci svela subito che il suo desiderio di ritorno a casa è prima di tutto un voler ricongiungersi alla Zia Emma.

”Io sono sicura..che stanno in pena per me”. Ciò che rende il Kansas così importante per Dorothy è la certezza che gli zii l’aspettano, la cercano, stanno in pena. Nessun altro posto è come casa mia, perché in nessun altro posto c’è qualcuno che mi vuole così bene da preoccuparsi per me e aspettarmi.

Forse non saranno stati degli zii così allegri, intellettuali o dediti alla buona pedagogia, ma una cosa sono riusciti a realizzare: la certezza che Dorothy è attesa.

qui sotto trovate un mio piccolo regalo per giocare ancora con la storia di Dorothy!



Illustrazioni dal sito http://fantasysmileschool.blogspot.com/ e dal film co Judy Garland