L’ultima candela

Illustrazione di Roberto Innocenti

Nella fiaba di Pinocchio, scritta dal toscano Collodi incontriamo ad un tratto un grande mostro marino: il pescecane!

Eh si, nessuna Balena amici miei, ma un pescecane di quelli che possiamo trovare nel nostro mare e non una balena, più appropriata per un mare del nord!

Pinocchio non riesce a fuggire alle fauci del mostro, neppure la capretta turchina riesce ad aiutarlo, è un passaggio inevitabile e scopriremo perché! Infatti, dentro la pancia del pescecane Pinocchio incontra un tonno e alla luce di una candela fioca fioca, eccolo lì, il suo babbo!!
Abbracci, racconti e finalmente si ritrovano.

La candela è l’ultima”, dice babbo Geppetto, “la luce è ormai alla fine e dopo ci sarà il buio!”

L’arrivo del buio, non quello della notte, ma Geppetto sembra dire “l’oscurità piomberà su di me e te e saremo entrambi digeriti!” A sentire queste parole il burattino si scuote tutto! Perché questo non accada ho bisogno di te, sembra dirgli Geppetto. Questo è davvero un grande mistero, il babbo ha bisogno di Pinocchio per far sì che
l’oscurità non vinca e Pinocchio si muove. “Ti porterò fuori io dalla pancia del pescecane” esordisce Pinocchio e preso il babbo sulle spalle comincia a nuotare fuori dalla bocca del terribile pesce. L’ironia del Collodi non ci abbandona con un pescecane che soffrendo d’asma dorme con la bocca aperta e rende fattibile l’iniziativa del burattino, come a ricordare che le cose che ci appaiono più difficili, spesso finiscono per rivelarsi grottesche nel loro essere così facilmente affrontabili.

Entrambi escono dal mostro marino, salvi, ma il povero Pinocchio è solamente un piccolo burattino, con tutti i limiti che ne conseguono e non riesce a portare il peso del babbo da solo. Occorre un ulteriore aiuto, un sostegno. Ancora una volta non si salva da solo, arriva il tonno.

“Babbo mio aiutatemi, che io muoio!” grida Pinocchio.
Di nuovo si rifà a quel babbo che sta portando sulle spalle per chiedere aiuto, pensiamo a che percezione di grandezza e di potere Pinocchio riconosce al suo babbo, quasi come se egli avesse davvero la possibilità di intervenire su ciò che c’è intorno, generando cambiamenti.

Il tonno aiuterà entrambi per gratitudine nei confronti di Pinocchio che con la sua iniziativa ha salvato, indirettamente, anche lui. Tutto guardando una candela, l’ultima candela prima dell’oscurità, quella candela di speranza che per Pinocchio, proprio ora che ha ritrovato il suo babbo non si può spegnere!

E per te qual è la candela che non si può mai spegnere?

Per i bambini un’esperienza interessante potrebbe essere la luce della candela, una luce che si espande come a disegnare cerchi nell’aria, fioca, debole eppure intensa e formata da un gioco di sfumature di colori. possiamo disegnare una candela su un cartoncino nero e giocare a stendere il colore (con le dita?) e mescolare sul foglio fino a far assorbire tutto. Oppure disegnare la luce come fossero pennellate precise marcando i colori che abbiamo visto e poi sfumare negli spazi intermedi….

A voi la scelta intanto vi carico un bel disegno che se volete potete usare come traccia.