
“Il Brutto Anatroccolo” è una delle fiabe più famose di Hans Christian Andersen. Le disavventure di questo piccolo anatroccolo toccano il cuore di tutti e ripercorrono le ingiustizie vissute dall’autore. Ma in questa fiaba è nascosto un grande segreto: Che importa esser nato in un nido di anatre se si è un uovo di cigno.
Cosa ci vuol dire Andersen con quest’ultima frase?
L’anatroccolo serba nel suo cuore la promessa di una grande bellezza che è già sua, come mi hanno fatto notare tanti anni fa quei bambini di 4 anni, perché lui è adesso un piccolo di un uovo di cigno.
Il momento che preferisco è quando l’anatroccolo si accorge che non gli basta scappare (sebbene non abbia scelta) ma desidera essere bello anche lui.
È l’istante al tramonto, nel veder i cigni volare nel cielo sopra di lui pronti a migrare nei paesi caldi, che il suo cuore si risveglia e tutto il suo corpicino tende a raggiungerli, facendosi esso stesso segno visibile di una profonda nostalgia e tensione.



Ma come far vivere questo a dei bambini della scuola dell’infanzia? Come poterli rendere partecipi di un sentimento così grande senza ridurre nulla?
Prendiamo un palcoscenico, una ballerina e uno spettacolo a sorpresa e la fiaba fa tutto il resto. Nessuna spiegazione, solo uno spettacolo cui possiamo prendere parte. Sulle note de “Il lago dei cigni” guardiamo tutti incantati questa magia che con grazia scivola sul pavimento trasformandosi in un vero cigno!
E sul finale, seguendo il brutto anatroccolo, scoprire che possiamo danzare con un cigno e essere parte di una bellezza pensata tutta per noi.

Allora che importa esser nati in un nido di anatre, quando si è un uovo di cigno! E a Pasqua questa promessa di Bellezza e di amore è, ora e per sempre.
Auguro a tutti una Buona Pasqua.
Emma
Illustrazioni di Pirkko Vainio tratte da libro “Il Brutto Anatroccolo” edito Nord Sud Edizioni.