Hans Christian Andersen e il coraggio di partire 

la certezza di una Provvidenza che va cercata

Hans Christian Andersen a 15 anni lascia tutto e parte per Copenaghen alla ricerca di un cambiamento e di una novità nella sua vita.

La madre che, non vuole lasciarlo partire, lo porta da un’indovina del paese nella speranza che questa lo convinca a restare leggendo nelle carte un infausto futuro. Ella però invece di convincere il figlio a rimanere, racconta alla madre che un giorno Odense, la loro città natale, “sarà illuminata a festa” proprio per quel figlio che vuole partire.

Quando Andersen giunge in Zelandia ” appena toccata a terra…mi inginocchiai dietro una capanna sulla spiaggia e implorai dal signore guida e protezione: mi senti subito sollevato e pieno di fiducia in Dio e nella mia buona stella. […] ogni cosa era nuova per me e mi pareva di essermi spinto assai lontano nel vasto mondo.”

Questo suo confidare in un mondo buono fa parte dell’indole di questo scrittore, un indole in continua lotta con la drammaticità che accompagna la vita. Rodari e Santucci commentano così le fiabe intramontabili di questo scrittore:

“Cristiano, in Andersen, è il senso di una Provvidenza che tutto dirige al bene”

e Santucci lo svela come

“la certezza di un paradiso che non afferra bene in che consista, ma che comprende vada conquistato con un mansueto amore alla propria condizione”

Arrivato a Copenaghen, cominciò a bussare a tutte le porte dei nobili della città in cerca di un mentore o un mecenate che potesse far di lui un uomo di teatro. Cantante, ballerino o attore non aveva importanza, si cimentava in ogni forma teatrale, ancora indeciso rispetto alla sua reale vocazione.

Nel frattempo, Andersen scrisse un’opera teatrale che fu letta da  Jonas Collin, uomo che lavorava nella direzione del teatro e consigliere personale del re, che dopo averla letta per intero, disse che era una tragedia impossibile da rappresentare, ma lodò l’autore per l’innegabile talento dimostrato. Da questo momento in poi Andersen trovò nella famiglia Collin, la famiglia che aveva sempre desiderato per sé e cominciò un rapporto epistolare con Collin, percependolo sempre più come un padre.

Andersen come i protagonisti delle fiabe è partito per il suo viaggio alla ricerca del proprio destino, confidando in una “buona stella” e facendosi carico di ciò che era richiesto a lui solo.

In una lotta interiore tra fede e dolore, nascono le sue fiabe tra cui La sirenetta, Il Brutto Anatroccolo, Mignolina (Pollicina), La Regina delle nevi etc…

Dalla fiaba della sua vita, nascono le fiabe della nostra vita.