La chiocciola e il rosaio:

come la semplice ripetizione del miracolo quotidiano di ogni giornata va a costruire la bellezza nel cuore di altri.

illustrazione di Olga Kolyadina

A volte diamo per scontato le piccole cose che facciamo ogni giorno, il tempo che dedichiamo a quelle piccole azioni di cura che nel loro continuo ripetersi vanno a costruire fuori di noi, l’amore che sentiamo dentro il nostro cuore.

Per Andersen le piccole cose avevano un valore immenso, esse stesse potevano farsi portatrici di una storia molto più grande di loro.

In questo paradosso in cui l’infinità mente grande si fa piccolo, forse il vero miracolo non sono le cose eccezionali che accadono ma il fedele continuo ripetersi delle piccole azioni quotidiane che vanno a costruire la nostra vita.

Per questo sono andata riprendere una fiaba dello scrittore delle piccole cose e ho scelto per voi la fiaba della chiocciola e il rosaio.

Dice la chiocciola al Rosario:

“Ora siete un vecchio ramo di rose!” disse “Dovete cercare di spegnervi presto. Avete dato al mondo tutto ciò che avevate; se poi significava qualcosa è un interrogativo cui non ho tutto il tempo di pensare, ma è chiaro avete fatto nulla per il vostro progresso interiore altrimenti avresti prodotto qualcos’altro!”

La chiocciola schernisce il rosaio proprio per questo suo ripetersi della fioritura delle rose, non si pone neanche l’interrogativo di che cosa questa continua fioritura può andare a costruire.

Il rosaio risponde di non essersi posto l’interrogativo del perché fiorire semplicemente perché 

“Fiorivo per gioia, perché non potevo fare altro! Il sole era così caldo così rinfrescante, bevevo la limpida rugiada della pioggia forte; respiravo, vivevo! Dalla terra saliva in me una forza, dall’alto veniva una forza, sentivo una felicità sempre nuova , sempre grande e perciò dovevo sempre fiorire! Era la mia vita , non potevo fare altro!”

La gratitudine. Chesterton dice “il metro di ogni felicità è la gratitudine”. Quante piccole verità in questa fiaba, la gratitudine, l’accorgersi di ciò che è dato e che non è scontato che ci sia per noi è il primo grande passo per una felicità che porta a fiorire il cuore.

“Avete fatto una vita molto comoda” disse la lumaca.

“Certo! Tutto mi è stato dato!” Disse il Rosaio.

Ecco la gratitudine dell’arbusto, una coscienza semplice che racconta e riconosce ciò che tutti possono vedere, ma che per lui è dono.

Il rosario aggiunge poi: 

“Le foglie cadono, volano col vento! Ma una delle rose l’ho vista mettere nel libro dei salmi della padrona di casa, una delle mie rose ha trovato posto sul petto di una splendida fanciulla è una è stata baciata sulla bocca di un bambino gioiosamente beato. Mi ha fatto così bene, una vera benedizione! Questi sono i miei ricordi, la mia vita!”

Il rosario si accorge di piccoli gesti in cui le sue rose entrano nella vita di chi lo circonda, vede il proprio fiore portare gioia e respiro nella vita di chi lo circonda. Spesso pensiamo che quello che facciamo con fatica non porti a niente proprio perché non vediamo accadere alcun cambiamento eccezionale. Ma i grandi cambiamenti partono tutti da piccole cose, e allora in un sorriso inatteso, in un pianto di abbandono totale da parte di un bambino, nell’affezionata richiesta di una storia o nella meraviglia di volerci a guardare un bruco che cammina, possiamo scoprire come il nostro amore fatto di piccole cose sia diventato la presenza che con certezza ogni giorno rifiorisce con loro.

Qui sotto trovate la poesia (o preghiera?) di Antoine De saint Exupery intitolata “L’arte dei piccoli passi” da scaricare. Un piccolo regalo per le difficoltà di ogni giorno.