Il canto: un dono per te

“Ninna nanna mamma tienimi con te,

nel tuo letto grande ancora per un po’,

una ninna nanna io ti canterò

e se ti addormenti, mi addormenterò…”

Questa dolcissima ninna nanna la canta una bambina dedicandola alla sua mamma, chiedendole di prolungare l’istante in cui dovrà lasciarsi andare al sonno.

Il canto ha questo grande potere di accompagnare e sostenere il cammino emotivo del bambino, soprattutto nei momenti a lui più difficili da attraversare. Il canto ha un suo ritmo e una sua melodia che culla e restituisce un ritmo al respiro, il mio respiro che canto per te si incontra con il tuo respiro, mio piccolo bambino, che ti connetti a me, che mi ascolti.

Il canto è relazione, è mantenere vivo un contatto, “mentre pulisco o sistemo la cucina canto per mio bambino, così senti che sono qui per te adesso, anche se non mi vedi lì ferma”. Il canto è linguaggio, parole, che possono riconoscere i desideri, dare un nome alle emozioni e raccontare delle storie. Il canto è preghiera, è una presenza, emotiva forte, è racconto, è ricerca dell’altro. Il canto della madre al figlio esprime una presenza anche quando la donna è lontana, è un legame costituito da suoni familiari, di salite e discese sonore che cullano e che contengono il pianto, ridonando al bambino l’esperienza primordiale di quando abitava il ventre di sua madre. Il canto assomiglia a un abbraccio, a una culla emotiva che cerca e ama la persona qui è dedicato.

Nelle fiabe spesso troviamo ritornelli cantati, in rima, che svelano spesso aspetti importanti della narrazione. Molto frequenti nelle fiabe italiane come “Il principe che sposò la rana” o “gallo cristallo” le cui rime sono ancora oggi cantate a Firenze!

Ci sono le ballate che narrano i miti o le leggende, che aiutano la memorizzazione, ma anche l’immedesimazione, nel sentire la storia come propria, come rivolta strettamente all’ascoltatore nel chiamarlo, nel coinvolgerlo. Il linguaggio infatti progredisce nella ripetizione ed è aiutato nella memorizzazione grazie al ritmo, ma la musica non è qualcosa di appena funzionale, soprattutto si rivela essere emozionale.

Inoltre il canto è momento gratuito di dono, in cui chi canta dona la propria voce e la propria emozione d’amore a chi ascolta, in una comunione di vissuti che predispone all’accoglienza ed alla fiducia.

Care mamme, per questa festa lasciate dedicarvi una canzone perché possiate sentire l’amore che c’è per voi nel dono dei vostri bambini e cantate, quando c’è la tristezza per alleviare, quando c’è la paura per confortare e quando c’è il gioco per divertire.