
“Infatti, sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive.
Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive.
Ma i semi sono invisibili.
Dormono nel segreto della terra fino a che all’uno o all’altro pigli la fantasia di risvegliarsi. Allora si stira, e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo.
Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si è riconosciuta.“
Oggi, volevo riprendere con voi questa piccola parte de “Il piccolo principe” di Antoine de Saint Exupéry, è una breve descrizione di una frammento della storia che sembra nella sua semplicità, banale.
Il piccolo principe ogni mattina pulisce e cura il proprio pianeta e questa pulizia appare nel pieno della sua profondità ovvero un lavoro certosino, dove è il bambino a scandagliare il terreno del proprio pianeta alla ricerca di semi o piccoli germogli riconosciuti come nocivi e quindi dannosi per la salute del proprio pianeta. Ciò che è dannoso va estirpato, il rischio infatti è nel lungo termine la compromissione del pianeta stesso.
Quest’episodio apre due riflessioni parallele, l’educazione del proprio cuore e la cura della vita di qualcun altro.
È un lavoro necessario, nella sua ripetizione, concepito di piccole abitudini e attenzioni che nel lungo termine costruiscono l’ordine e lasciano lo spazio alla nascita della bellezza nella vita, nutrendo ciò che è buono e bello.
Bisogna costringersi regolarmente.. Questo il segreto , è una fedeltà quotidiana il primo vero passo. Ognuno di noi, ogni mattina deve alzarsi e lentamente, in questo costante appuntamento, aver cura del proprio cuore, del proprio pianeta.
Il secondo aspetto di questa disciplina è dato dal saper riconoscere i semi di erbe cattive, dai semi di erbe buone. È il lavoro di scelta, prediligendo ciò che è buono per il nostro cuore da ciò che non lo è, ciò che è buono per crescere per il bambino da ciò che non lo è.
Il piccolo principe ci introduce a un concetto diverso di disciplina, simile a quella di Maria Montessori, non come una pratica educativa in stile autoritario, in cui si richiede una cieca obbedienza a determinate regole, ma piuttosto alla cura di guardare e giudicare ciò che si ritiene buono per l’educando e coinvolgerlo in questa “pulizia”, in quest’ordine del proprio cuore e della propria vita.
“E’ una questione di disciplina”, mi diceva più tardi il piccolo principe.
“Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. È un lavoro molto noioso, ma facile”.
E così ognuno di noi prepara il proprio cuore all’incontro di ciò che è vita e anche l’educatore, sia esso genitore o insegnante, ha lo stesso compito: non imporre un ferreo ordine a volte fine a se stesso, ma educare all’ordine che distingue ciò che è bene da ciò che è male.
qui sotto il frammento del testo del Piccolo Principe