La finestra: un’apertura sul limitare, un ponte tra possibile e impossibile.

Ho riletto recentemente Peter Pan ed è stato un viaggio potente e ricco di malinconia, in un’isola sperduta eppure familiare da poter ritrovare nei propri sogni. Un aspetto che mi ha colpito molto è la ricchezza di finestre, aperte o chiuse, presenti in questa fiaba che ha cambiato un’epoca cominciando a raccontare un’infanzia più adolescenziale, malinconica e a volte in balia della propria emotività.

illustrazione di Kim Minji

Peter Pan è sicuramente un personaggio emblematico e con diverse sfaccettature, divenuto ormai simbolo di un’infanzia eterna, eterea, leggera e al limite tra la vita e la morte. Ma tutto comincia da una finestra aperta, dalla quale un bambino neonato, non ancora cosciente della propria natura umana, spicca il volo come un uccello per tornare ai giardini di Kensington, un altrove in questo mondo.

La stessa finestra da cui è fuggito sarà esperienza di abbandono, in quanto al proprio ritorno la troverà chiusa. Quando finalmente il bambino è pronto a farsi carico del desiderio di crescere per amore della mamma, lo aspetteranno delle inferriate dalle quali egli chiamerà la madre che secondo lui l’avrebbe sempre aspettato. Una ferita quella dell’abbandono che ricalca il vissuto del suo autore di fronte a una madre non curante e con tendenze depressive.

Ma la finestra c’è anche in casa Darling, dove una madre sui generis, La sig.ra Darling, mentre la sera si trova a porre ordine nei pensieri dei propri bambini, scopre l’isola che non c’è e Peter Pan. Ella domanda a Wendy di questo giovane ragazzo (non più il neonato dei giardini di Kensington) che sembra essere visitatore notturno abituale della loro dimora.

«Che sciocchezze dici, tesoro. Nessuno può entrare in casa senza aver bussato».

«Credo che lui venga dalla finestra» disse Wendy.

«Amor mio, siamo al terzo piano».

«Mamma, non erano proprio sotto la finestra le foglie?»

Verissimo; le foglie erano state trovate proprio vicino alla finestra.

Peter entra dalla finestra, una nuova finestra, sempre aperta. La finestra diventa così ponte tra l’impossibile e il possibile, ingresso per l’impossibile nella propria casa. Non una porta, dove le cose che entrano sono sotto il nostro controllo e dove ciò che bussa può sempre essere lasciato fuori. Dalla finestra vuole entrare ciò che va oltre quello che possiamo immaginare, non pensiamo solo a ciò che irrompe, a volte in modo violento, nella nostra vita. Ma volgiamo lo sguardo anche verso quel cambiamento che ci è chiesto fuori e dentro di noi nel momento in cui ci accostiamo a un’amore grande, a una sfida, al cedere incessante di un gesto d’amore che vuole entrare nel nostro cuore.

La finestra è un’apertura che vuole sfuggire alla nostra abitudine, al nostro sguardo vigile e alla quale giunge a bussare ciò che di più profondo ci scuote per farci crescere. Sembra quasi un ossimoro parlare di crescita in Peter Pan eppure è qui che si gioca tutta la sfida di un bambino, di un adolescente e anche di un adulto di fronte a quella finestra. Noi ci troviamo di fronte alla finestra del nostro cuore come la Sig.ra Darling, capace di restare su quel limite tra la casa e un’isola che non c’è che ancora vive in lei.

illustrazione di James Coleman

La sig.ra Darling riconosce l’accadere dell’impossibile, “Verissimo”, come vero, reale, proprio in casa sua. Dalla finestra Wendy partirà per vivere il proprio” gioco della mamma” e a quella finestra la Sig.ra Darling aspetterà senza rassegnarsi il ritorno dei propri figli, e nel riabbracciarli sarà pronta a lasciarli andare un’altra volta, tutte le primavere così da legarli a sè con l’amore e lasciando che la finestra della casa sia sempre aperta, per sè e per tutti i Peter Pan dell’avvenire. Il senso della vertigine tipica dell’amore reale e vero è connessa allo stare sul limite, tra il crescere e il permanere dello sguardo sulla propria infanzia, non con nostalgia, ma con la serenità che essa vive ancora in noi. Così quella finestra di casa Darling diventa il luogo affettivo di Peter, in attesa che la libertà del bambino scelga la vita, andando a costruire una memoria di rapporti che Peter stesso non sarebbe stato in grado di donarsi.

Wendy alla fine torna a casa e sceglie di crescere, seguendo quella madre che è essa stessa finestra sul mondo degli adulti e sul cuore bambino.

E noi siamo disposti a lasciare aperta la nostra finestra al cambiamento, al crescere che proprio ora sta bussando al nostro cuore? Che cosa sta bussando alla tua finestra adesso?