Un viaggio e un fiore: se per amicizia si parte, quell’amicizia ti salva.

Mentre tutti sostengono che Kay sia morto, Gerda tiene in cuor suo il dolore e anche la speranza che in fondo il fiume non abbia davvero preso il suo amico. Parla agli animali e ai fiori comprendendone il linguaggio e scoprendo che, forse, la sua speranza non è vana. Ricorda un pò i gemellini in “Mary Poppins”,i quali fin da piccoli conversano con animali, poi man mano che crescono perdono questo linguaggio, come a voler abbandonare una condivisione, un legame con tutto ciò che circonda. Gerda, guadagnando il linguaggio degli uomini, non ha perso quello del cuore. Prende la cosa più preziosa che ha e decide di regalarla alle acque in cambio del proprio amico. Due bellissime scarpette rosse vengono gettate nel fiume, ma questi le restituisce perchè di Kay non ha nè il corpo nè lo spirito. La bambina allora prende una barca e cerca di lasciare le scarpe al centro del fiume, ma la corrente la porta via. Comincia il suo viaggio.

illustrazione di P.J. Lynch

L’unica risposta alla domanda di Gerda su dove sia il suo amico Kay, è un viaggio. Quasi mai la vita ci propone un baratto di fronte ai nostri desideri, ma nel momento in cui con sincerità e umiltà ci fidiamo e affidiamo ciò che di più caro abbiamo la risposta arriva, ma non è quella che pensiamo noi. Per ritrovare un affetto e per crescere ci vuole una strada e occorre partire. La barca sospinge la bambina fino all’abitazione di una vecchia signora, che tira l’imbarcazione verso di sè grazie al suo bastone e invita la bambina a entrare nella sua casa. Gerda le racconta il motivo del suo viaggio e..

Quando Gerda, dopo aver narrato tutto, le chiese se per caso non aveva visto il piccolo Kay, la donna rispose che non era ancora passato di lì ma che sarebbe senz’altro venuto; quindi lei non doveva essere così triste, ma doveva assaggiare le sue ciliegie e guardare i fiori che erano molto più belli di quelli dei libri illustrati, perché ognuno di loro sapeva raccontare un’intera storia. Prese Gerda per mano e entrarono nella casetta, e la vecchia chiuse la porta a chiave.

Questo episodio della storia mostrerà un adulto non positivo e alquanto subdolo nei modi. Può turbare, ma è interessante andare a vedere nel testo gli elementi che ci indicano di non fidarci di questa vecchina. “Chiuse la porta a chiave” una frase che ci riconduce più a una prigione piuttosto che all’immagine di una casa accogliente. La strega comincerà a pettinare i capelli della bambina facendole dimenticare a poco a poco il passato ed il motivo del suo viaggio. Sapendo la storia di Gerda, la donna avrà l’accortezza di far sparire tutte le rose, di modo che ella non possa ricordare l’amico Kay. La bellezza dei fiori in questa storia suona come un limbo, uno spazio in cui la bambina perde le sue giornate, con un senso di mancanza che le preme sul cuore. Per quanto i suoi ricordi siano lontani, nel cuore di gerda resta traccia di quell’amore cui percepisce l’assenza.

Per una distrazione la strega perde l’incanto. Nel suo cappello Gerda scorge una rosa, e subito le appare limpido il significato di quella mancanza, o meglio l’affetto che le manca: Kay! Le rose rinascono nel giardino, come rinasce in lei una forza nuova ed esse portano la notizia che “Noi sottoterra ci siamo state, là ci stanno tutti i morti, ma Kay non c’era!” che è una nuova speranza. le rose sono vero segno di Kay, le uniche che rispondono alla bambina, le uniche che si relazionano con lei in quel luogo incantato. Gerda si rivolge ai fiori con i quali ha conversato tutta la primavera, “Non sapete dov’è il piccolo Kay?”. I fiori cominciano a raccontare le loro storie alla bambina, ma senza davvero entrare in rapporto con lei. Come la strega, portano avanti una storia che non vuole intrecciarsi in altre storie, in un legame. Infatti nessuno di loro risponde alla domanda posta, intervengono solo per raccontare la loro fiabe e alla richiesta di Gerda rispondono “Questa è la mia fiaba!” non riconoscendo il valore e l’urgenza che la bambina sente. Gerda decide di scappare e uscendo dal giardino scopre che è già in arrivo l’autunno. “Dio! Quanto tempo ho perduto!” pensa la bambina. Ma è davvero passata una sola primavera?

illustrazione di Doris Boborov

La bambina si siede sentendo i primi freddi e vede avvicinarsi una cornacchia. Gerda le racconta la sua storia e la cornacchia sostiene di aver visto un bambino che potrebbe assomigliare a Kay a palazzo, potrebbe essere il ragazzo intelligente che ha conquistato il cuore della principessa. Gerda ascolta il racconto dell’uccello e sembra proprio l’amico quello descritto dalla cornacchia! Così entra nel castello e cerca il letto del principino ma purtroppo questi non è Kay. La principessa e il suo fidanzato perdonano le cornacchie e al sol sentire la storia di Gerda (la racconta anche a loro) le preparano una carrozza d’oro e le donano una scorta per continuare il suo viaggio.

Qui sotto la storia continua!