La fiaba di oggi ricorda un po’ la fiaba che vi ho presentato nell’articolo precedente. Richiama anche (per chi la conosce) la fiaba russa del “pesciolino d’oro” ma si distingue per un finale lieto.
La storia racconta di un pover uomo che pesca un pesciolino d’oro che in cambio della propria libertà regala all’uomo un castello con ricchezze e un armadio colmo di piatti prelibati. Tenere per sè come segreto l’origine di quelle ricchezze, sarà l’unica condizione.

La moglie dell’uomo si trova improvvisamente anch’ella soggetto di un tale grande dono ed è curiosa di conoscerne il benefattore. Per ben due volte il pover uomo, assillato dalla moglie, svelerà l’avventura con il pesciolino e il pesciolino regalerà tutto nuovamente. La donna incolpata dal marito risponderà così:
Ah – disse la donna – rinuncio alla ricchezza, piuttosto che non saper da chi viene; se no, non mi do pace.-
Questa risposta svela un aspetto molto vero dei regali: difatti non interessa tanto ricevere dei doni quanto più aver rapporto con Chi quei doni fa.
Quante verità! Ciò che desideriamo non è tanto arricchirci o ricevere doni, ma riconoscere e rapportarci con la persona o l’entità che ci fa questi doni. Senza questo è come se tutto in fondo apparisse vuoto o effimero. Forse il pesce riconosce come buona questa obiezione e decide di farsi dono egli stesso, chiedendo all’uomo di tagliarlo in 6 pezzi e di dare questi come pasto alla moglie, alla cavalla e alla terra. Ciò porta il frutto dei fiori, dei puledri ed infine dei figli, tutti d’oro.
Un giorno i ragazzi esprimono il desiderio di partire alla scoperta del proprio destino, di questi due figli uno solo parte, l’altro non ha il coraggio di portare a termine il viaggio e ritorna a casa. Tutti possiamo avere il desiderio di partire, non tutti di noi scelgono di farlo. Il desiderio è segno della possibilità, del “e se fosse…” (lo riprenderemo in un’altra occasione) ma la scelta, o meglio farsi carico del rischio non è da tutti. Questo non necessariamente comporta una vita meno vera o interessante, ma sicuramente diversa. Il fratello che accetta il rischio, supererà il bosco e troverà una moglie. Accade però un giorno che si trova in pericolo e l’altro fratello (quello che non è partito) vedendo il giglio appassire (segno della precarietà della condizione dell’altro) parte all’istante. Non c’è esitazione, parte.
Ecco la necessità che è arrivato a muoverlo e lui l’ha colta. Rischia, abbandona il padre e corre a salvare il fratello, sorretto solo dalla speranza di poterlo salvare.
Così facendo, con prudenza, libera il fratello e ritorna a casa dove egli desidera stare.

Qui sotto la fiaba integrale da leggere!
Illustrazioni provenienti dal sito https://www.childstories.org/it/i-figli-doro-1905.html